Sfide e opportunità personali e professionali
Si fa presto a dire di non temere i cambiamenti, eppure spesso per educazione, per indole o per gratitudine a chi ci ha lasciato una determinata situazione, siamo restii ai cambiamenti. Osservare buone pratiche e successi altrui deve aiutarci a vedere i cambiamenti come delle opportunità reali oggettivamente valutate e non salti nel buio senza paracadute.
Cambia-Menti. Vecchie resistenze
Ogni cambiamento riserva una parte incognita. Il ‘limite’ che mette paura è però anche lo stesso che apre nuove prospettive e nuove opportunità. Chi non cambia, chi resta immobile, non solo non cresce, ma facilmente verrà superato da altri e nel lungo periodo fallirà i propri obiettivi.
La paura di un cambiamento ha motivazioni oggettive. Vediamo le principali:
Stravolgimento delle abitudini
Paura del fallimento
Maggiore impegno richiesto
Dubbi sull’investimento e ritorno economico
Mancanza di supporti e collaborazioni
E in più, verrebbe da osservare, il momento storico non sembra favorire i cambiamenti. Pessima osservazione, soprattutto quest’ultima, se guardiamo la storia del mondo e certamente anche le storie familiari personali e di amici e conoscenti.
Menti-cambianti. Prospettive nuove
Proviamo a guardare gli ‘ostacoli’ appuntati sopra con una prospettiva diversa.
Non si tratta di essere degli sciocchi o intraprendere azioni avventate!
Tutti gli iniziatori di nuovi percorsi professionali di successo vengono oggi chiamati ‘visionari’, ma non erano o non sono certo persone e imprenditori con la testa tra le nuvole. O meglio, la testa e lo sguardo lo tengono ben in alto per guardarsi attorno, ma hanno concretezza e capacità di analisi.
Ecco ciò che può allontanare la paura.
Cambiamo i nomi e apriamo la mente a sfide e opportunità invece che a paure e blocchi:
✓Nuove opportunità
✓Investimento
✓Nuove competenze, nuove conoscenze
✓Investimento e crescita
✓Diversificazione, innovazione, rete
Nessuno va alla guerra senza sapere di avere un esercito più numeroso o mezzi più consistenti. L’imprenditore è un uomo che calcola –anche l’imprevisto, per quanto possibile– e poi rischia. Si chiama rischio d’impresa, nel modo più banale. E si chiama crescita, o semplicemente ‘impresa’, qualcosa che si intraprende, si inizia rispetto a qualcosa che non c’era o era differente. L’immobilismo è contrario all’impresa, alla crescita personale e professionale. E porta alla decadenza perché non rinnova e non innova.
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